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  • Immagine del redattoreFlorina coach

Vuoi riuscire anche tu a farti ascoltare senza dover gridare?

Aggiornamento: 14 feb 2022


Vorresti più serenità in famiglia e non solo con i figli?

A casa ti sembra di parlare al vento e questo ti fa imbestialire?

Vuoi riuscire anche tu a farti ascoltare senza dover gridare?


Se anche tu ti sei riconosciuto in queste situazioni ti voglio anticipare che per ritrovare la serenità in famiglia puoi scegliere due strade, una via breve e una lunga, anche molto lunga, così come lo è stata la mia.


Spenderò un paio di righe per spiegarti chi sono e perché sto scrivendo questo.


Infine ti spiegherò qual è la via breve che puoi scegliere per arrivare in pochi mesi a farti ascoltare e raggiungere il tuo stile di vita ideale nei rapporti della tua famiglia.


Di me posso dirti che già da ragazzina desideravo avere dei figli. Sognavo i miei bambini e pensavo a come sarebbe stato bello vederli crescere, accudirli, educarli e amarli.

Ma come spesso succede, quando ci troviamo a vivere ciò che volevamo, le cose non vanno così come le avevamo immaginate.


I momenti di difficoltà arrivarono puntuali, come un orologio svizzero.

Quando i figli ti esasperano e ti metti a gridare, li sgridi severamente o addirittura li metti in punizione, ma poi te ne penti, amaramente e con dolore, grossi dubbi ci assalgono sulla nostra capacità di gestire la famiglia per quello che vorremo fosse: felice, allegra, spensierata.

Come giovane mamma di una femmina e un maschio nato a due anni di distanza, ce la mettevo tutta per vedere realizzato il sogno della mia bella famiglia felice. Quella in cui i figli si sentono accettati e rispettati, e noi, come genitori, ci sentiamo appagati ed apprezzati.

Davanti a me avevo due possibilità: lasciare il mio sogno romantico in un cassetto oppure potevo impegnarmi per trovare il modo più giusto e veloce per creare la mia famiglia felice.

Volevo che a casa ci fosse armonia, volevo regnasse l’amore e la collaborazione. Ma era davvero possibile?


Seppur leggessi moltissimi libri sull’educazione dei figli e di psicologia in generale poco o nulla cambiava se non la mia voglia, forte e bruciante, di avere una famiglia perfetta senza litigi, senza sofferenze, senza musi lunghi.



Da bambina HSP, ossia con una spiccata sensibilità, ho sempre sofferto terribilmente ogni volta che venivo sgridata, punita o quando la serenità veniva distrutta dalle liti continue dei miei genitori, da malumori o gesti violenti.

Mio marito, invece, abituato ad uscire per lavoro in qualsiasi orario diurno o notturno, aveva poco da dire a tal proposito, per lui i bambini erano fatti per piangere e litigare. Per me no.

Un modo ci doveva pur essere per vivere sereni ed in armonia, senza strilli, urli e pugni.

Un bel giorno successe un fatto per me drammatico.

Era pomeriggio tardi. Stavo preparando la cena per me, i miei figli di circa 4 e 6 anni e per mio marito, che a momenti sarebbe rientrato dal lavoro.

A causa dell’ennesimo bisticcio tra fratelli durante il gioco, persi la pazienza, un’altra volta.

Per far finire gli schiamazzi e le azzuffate tra di loro, sbattei violentemente un coperchio sul bancone della cucina provocando un rumore infernale. Il silenzio scese sul salone.

I figli smisero di bisticciare e mi guardarono per cercare di capire che cosa temere. Avevo perso la pazienza per l’ennesima volta.

Avevo raggiunto lo scopo, ma non era ciò che volevo.

La rabbia in me era troppo forte, ero arrabbiata con me stessa per non aver saputo gestire il litigio prima che la situazione diventasse insostenibile.

Non era questo il modo di vivere la mia famiglia felice. Non volevo spaventare i miei bambini, non volevo vivessero momenti nemmeno lontanamente simili a quelli che avevo vissuto io.

Ma cosa potevo fare? Leggere più libri e trovare la soluzione in essi?

Ciò che volevo era gestire meglio le mie emozioni e aiutare i miei figli a gestire i loro disaccordi.

Lo stesso giorno, dopo la cena, parlai a mio marito dell’accaduto. Volevo sentire la sua opinione.

Secondo lui era tutto normale, si litiga e si fa pace, che problema c’è? Ci si arrabbia e poi passa.

Io invece nei litigi soffrivo tantissimo. Ne rimanevo sempre destabilizzata per ore. Ma se era davvero normale, come diceva lui, allora bastava aspettare che la rabbia passasse.

Forse ero io che pretendevo troppo, come al solito, da me e dagli altri.

Tutto tornò tranquillo, per giorni e giorni, dopo quella strana sera. Più che tranquillo diciamo normale.

Le solite baraonde ogni mattina per prepararsi ad andare a scuola, qualche chiacchierata con altri genitori a proposito dei problemi dei compiti.

Mi convinsi che ogni genitore ha le sue regole e le sue particolarità, qualcuno infligge punizioni e qualcuno lascia correre.

Ogni famiglia è un caso a sé. Forse la mia doveva rimanere così, non era poi così male.

Poi però, un bel giorno, inaspettatamente, nemmeno ricordo come tutto iniziò, io e mio marito litigammo.

Malintesi, accuse e recriminazioni a non finire, malcontenti accumulati nelle settimane di stanchezza che ci rovesciammo addosso. Valanghe di parole acuminate come frecce.

A nulla servì tirare su lo scudo, mostrandosi forti difendendo a spada tratta le proprie opinioni. Quando tutto finì, mi sentii a pezzi. Fortissima fu la mia voglia di scappare da tutto e tutti, meno che dai miei figli che non avrei abbandonato per nulla al mondo. Ma con mia somma sorpresa scappò lui, se ne andò da casa per giorni.

Ah che bello, pensai, finalmente un po’ di pace.

Troppa pace. Non importava che lui fosse lontano, eravamo comunque “litigati” e questo a me bastava per stare malissimo. Io ero completamente svuotata e gestire i figli, cosa che adoravo da sempre, era diventato un peso enorme.

Passò qualche giorno e lui tornò a casa, tornò da noi, dalla sua famiglia.

Era solito gestire così i suoi momenti di rabbia, aspettava che passassero per poi ricominciare. Fece così anche questa volta. Tutto ricominciò come prima, in apparenza. Io, però, la ferita emotiva me la portai dentro ancora per parecchio.

Mi assillava un pensiero: e se fosse capitato di nuovo?

Non avrei proprio voluto ritrovarmi a gridare e ad azzuffarmi a male parole un’altra volta per poi, forse, separarci di nuovo. Non ci volevo proprio pensare, avrei fatto di tutto, ma proprio tutto per evitarlo. Ma cosa?

Non sapevo proprio come fare.

Come affrontare il prossimo litigio senza portarlo all’esasperazione e alla rottura?

Fu proprio allora che mi capitò di trovare nella biblioteca del mio paese alcuni libri sulla comunicazione in famiglia, con bambini piccoli ma anche con gli adulti.

Quei libri, che lessi in un lasso di tempo molto breve, avevano alcune metodologie in comune che io identificai come quelle più adatte per la mia famiglia affinché si potesse finalmente comunicare nel modo giusto con i figli per evitare i conflitti.

Avevo grandi aspettative dalle modalità che appresi sulla comunicazione all’interno delle relazioni d’amore, figli o compagno che fossero.



Applicare quelle strategie mi avrebbe permesso, tra le altre cose, di diventare un genitore efficace, super efficace.

Ritrovai, così, la fiducia di poter realizzare il mio sogno e diventare il genitore che avevo sempre desiderato essere.

Volevo che i rapporti familiari avessero quella serenità e quel rispetto che traspariva dalle promesse contenute in quei libri sulla comunicazione.

Le strategie insegnate sembravano semplici e promettevano grandi cambiamenti in tutta la famiglia.


Il mio entusiasmo era alle stelle.

Sostanzialmente si trattava di parlare in prima persona, piuttosto che di puntare il dito verso il nostro interlocutore.


Accusare l’altra persona per la rabbia che proviamo, ad esempio, non porta a nessun risultato utile.

Durante quel periodo burrascoso tutte le volte che gestivo i conflitti applicando quei consigli ottenevo risultati straordinari.

Io ero contenta ed i mie figli erano sereni. Era qualcosa di magico eppure era così semplice.

Riconoscere i bisogni dell’altro e parlarne era il punto di partenza per arrivare ad accomodare ogni situazione potenzialmente conflittuale.


Insegnai anche ai miei figli ad adottare quell’approccio tra di loro e questo evitava le liti.

Le mie aspettative si stavano realizzando e mi sembrava proprio di aver trovato la formula magica per raggiungere il mio ideale di famiglia felice. Non solo sembrava, lo era, lo era davvero.

Non ci potevo credere! Riuscivo davvero a gestire in tutta tranquillità situazioni che prima avrebbero scatenato discussioni, disaccordi se non vere e proprie liti.


Certamente dovevo prestare attenzione alle parole che usavo e alla reazione che queste provocavano. Devo dire, però, che quando hai la certezza di poter risolvere la situazione con piena soddisfazione per entrambe le parti la tranquillità che ormai fa parte di te ti aiuta moltissimo.


Il mio sogno di famiglia serena era pressoché raggiunto senza che io me ne fossi ancora resa pienamente conto.


Era solo quando vedevo altri genitori sgolarsi e perdere la pazienza con i propri figli che mi ricordavo che anch’io, un tempo, ero stata come loro.

Questa è la storia che mi vede protagonista di un percorso lungo e tortuoso verso la serenità in famiglia.

Dalla mia storia avrai capito che il mio non è un business e che non voglio venderti niente.

Quello che voglio è offrirti il mio tempo e le mie competenze perché anche tu possa vedere l’armonia e la serenità che desideri nella tua vita.



Ma voglio che tu lo possa raggiungere in molto meno tempo di me.

Tornando alle mie promesse iniziali ti dirò che, nella mia vita, ora come ora, sceglierei senz’altro la via breve per raggiungere i miei desideri.

La via breve è costituita dal percorso fatto a tu per tu con un coach.


Un coach non ti da ricette pronte, come solitamente troviamo nei libri, bensì ti accompagna a scegliere la soluzione giusta per te e per i tuoi figli.


Sei ancora convinto di voler avere maggiori dettagli sulla via breve?

Vorresti cliccare da qualche parte e far aprire una qualche pagina magica?

Qui non funziona così, niente di magico se non i risultati che tu stesso potrai ottenere nella tua famiglia.

Ti sorprenderesti se ora, invece di cliccare, ti chiedessi di aprire la tua casella di posta elettronica e di scrivermi una mail?

A me piace mantenere le cose semplici ed il più possibile umane.

Quello che ti chiedo è semplicemente di scrivermi come preferisci essere contattato, la scelta spetta a te: email, telefono o altro.

Fisseremo un incontro di mezz’ora circa, in cui, senza nessun impegno da parte tua, ti spiegherò come si sviluppa un percorso di coaching, che può svolgersi con piena efficacia anche on-line, per raggiungere la serenità e l’armonia che desideri.

L’indirizzo a cui scrivere è

florina.coach@gmail.com





Quello che posso ancora dirti è che il mio servizio di coaching è accessibile ed è adatto ad una miriade di situazioni diverse. Rispetta l'unicità di ogni famiglia che è sacra per me come sacri sono i valori che ognuno ha dentro di sé. Il risultato è garantito ed è adatto a qualsiasi età abbia tuo figlio.



Con le strategie giuste per te e per tuo figlio, ossia quelle che potrai scegliere all'interno del percorso di coaching con me, anche tu potrai essere soddisfatto di te stesso e delle relazioni efficaci che creerai all'interno della tua famiglia.


Gli slot ancora liberi non sono tanti. I primi che prenotano avranno la precedenza.


P.S. Sono life coach professionista diplomata con la scuola CREA di Milano nell'ottobre 2021:

autrice del libro:

"Cari figli miei. Lezioni sulla genitorialità." pubblicato nel 2019

Altri dettagli sul sito:

www.florinab.it


Aspetto le tue informazioni di contatto all'indirizzo


Florina.coach@gmail.com





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